Erasmus a Granada. Intervista alle studentesse della classe 4A del Liceo Classico

Si è da poco conclusa l’esperienza Erasmus che ha visto protagoniste due nostre studentesse della classe 4ALC, Armadoro Alessandra e Poscia Matilde. Il periodo nel quale le ragazze sono state impegnate si è concluso il 25/04/2024 dopo 9 giorni di permanenza nella città spagnola di Granada. Questa breve intervista nasce dalla curiosità di conoscere - attraverso la voce delle protagoniste -  gli aspetti formativi, oltre che relazionali, che le ragazze hanno avuto modo di sperimentare attraverso il contatto con un ambiente scolastico europeo e con coetanei di altra nazionalità. 

 

Se doveste fare un breve bilancio dell’esperienza Erasmus da poco conclusa, quali pensieri vi sentite di condividere per descriverla nella maniera che più sentite  vostra?

 

Matilde: per me questa esperienza è stata molto significativa perché mi ha permesso di entrare in contatto con la cultura spagnola,  alla quale sono legata fin da quando sono piccola e della quale avevo anche studiato la lingua alle scuole medie, ma che mai prima di questo progetto avevo avuto la possibilità di conoscere da vicino. Mi è piaciuto scoprire che in realtà, nonostante le differenti abitudini, italiani e spagnoli non sono poi così diversi. Quello che mi ha maggiormente colpito della cultura spagnola è stata la sua apertura verso l’altro, ma soprattutto la disponibilità ad instaurare un dialogo con esso. Infatti, mi sono sentita perfettamente inserita in questa nuova realtà e nella classe ospitante, che nonostante il poco tempo trascorso insieme, ci ha accettate e fatte sentire parte del gruppo. Ciò che riporto con me da Granada non saranno soltanto le immagini della splendida città, il buon cibo o qualche conoscenza in più della lingua spagnola, ma soprattutto le relazioni sociali che ho stretto in così poco tempo. Non dimenticherò mai quanto la necessità di comunicare, di scoprire e di conoscere abbiano contribuito a farmi aprire, a mettermi in gioco e ad impegnarmi per apprendere il più possibile. 

L’altro aspetto che non dimenticherò mai di questo Erasmus sarà l’attività svolta durante l’ora di filosofia, che è consistita nella creazione di una società ideale in cui fossero garantiti i fondamentali diritti dell’uomo. Questo compito mi ha permesso di ragionare su ciò che mi affascina maggiormente, e cioè  il diritto e la filosofia; inoltre il fatto che abbia avuto la possibilità di confrontarmi su tali temi con studenti di diversa nazionalità e in un’altra lingua è stato semplicemente un sogno, che vorrei diventasse realtà nel mio futuro. Penso che tale esperienza sia stata un fondamentale passaggio nel mio processo di crescita, alimentando ancora di più la mia curiosità e la forza con cui credere ai miei sogni. 

 

Alessandra: questa esperienza ha lasciato un segno indelebile dentro di me. Grazie alla permanenza in città ho scoperto un mondo veramente bello, dove ogni persona è accogliente e dove non sembra esistere alcun tipo di discriminazione. Vedere sempre le persone sorridenti, pronte ad ascoltarmi con pazienza e volenterose di sapere cosa ho da dire mi ha fatto vivere nove giorni di pura felicità e mi ha fatto sentire veramente inclusa.

Inoltre, con la mia compagna, abbiamo frequentato quotidianamente le lezioni e preso parte a diversi progetti, come ad esempio “la semana de la literatura espanola". Tutto ciò ha reso possibile instaurare un legame di amicizia con i nostri compagni spagnoli - che ho scoperto essere persone molto disponibili - tanto da essere state invitate da alcuni di loro ad andare a pranzo insieme. Mi ha colpito come al momento della nostra partenza per l’Italia molti di loro ci abbiano abbracciato e abbiano firmato delle cartoline di Granada, per far sì che ci ricordassimo di loro e dell’esperienza vissuta. 

Il piacere di comunicare pensieri ed emozioni, pur con naturali differenze linguistiche, mi ha fatto scoprire quanto sia importante - in questa fase della mia vita -  la volontà di mettersi in gioco per costruire relazioni che siano fonte di ispirazione per le mie scelte future. 

In conclusione vorrei ricordare la bellezza di Granada, i suoi monumenti e angoli tipici, il suo ordine e il decoro urbano. 

 

Come era organizzata la giornata tipo?.

 

Alessandra / Matilde: Ogni mattina la sveglia era all’incirca alle 7:15/7:30, in modo tale da fare colazione e partire per la scuola verso le 8. A scuola andavamo a piedi e l’inizio delle lezioni  era fissato per le 8:20. La classe, nel corso della mattinata, si divideva in due gruppi, uno per ogni indirizzo scolastico. Alla fine dell’ora cambiavamo aula in base alla materia, come ad esempio nelle ore di greco, latino e storia. La ricreazione era alle 11.15 e terminava alle 11.45, con la ripresa delle lezioni fino alle 14:45. 

Le materie affrontate non sono state le stesse per tutto il gruppo erasmus. Noi studentesse di Liceo Classico abbiamo frequentato lezioni di tipo umanistico. La maggior parte delle nostre ore erano di greco e latino, durante le quali traducevamo testi in lingua o svolgevamo esercizi in spagnolo. 

Per entrambe è stato molto interessante lo studio della filosofia. Infatti, questa materia è affrontata diversamente rispetto a come viene fatto nelle scuole italiane. In Spagna, l’ora di filosofia consiste in un momento di dibattito, in cui spesso vengono trattati argomenti di cittadinanza e vengono svolti lavori di gruppo, come “la creacion de una sociedad ideal” a cui abbiamo preso parte anche noi.

Una piacevole sorpresa è stata la partecipazione alle lezioni di musica, un interessante momento di creatività messo a disposizione degli alunni.

Per quanto riguarda l’edificio scolastico, una grande struttura moderna, la cosa che più ci ha colpito è stata la grandezza degli spazi esterni che consistono in due ampi campi da gioco, di cui uno pavimentato, e molte panchine o tavoli dove poter spendere del tempo libero tutti insieme.

 

Il confronto con altri studenti, sia dal punto di vista scolastico che relazionale, quali consapevolezze ha fatto maturare in voi?

 

Alessandra: Personalmente ritengo che - per quanto riguarda le abitudini quotidiane - le nostre vite siano molto diverse  e - sotto alcuni aspetti - anche dal punto di vista umano. 

In primis, ho notato che gli studenti spagnoli vivono la vita scolastica in maniera molto leggera, senza dare a questa definizione un valore negativo; le materie stesse vengono trattate meno approfonditamente e non ho visto situazioni di particolare stress legate ai carichi di lavoro o all’ansia da prestazione. Al contrario, il loro legame con la scuola è molto positivo. Penso che vivano le ore scolastiche come un momento per stare insieme piacevolmente.

Questo confronto mi ha fatto notare che noi invece tendiamo ad avere nei confronti dell’istruzione e della vita scolastica un approccio più serioso. 

Ho capito che il percorso scolastico di una persona italiana, indipendentemente dall’età, è più approfondito, tanto che alcuni professori che abbiamo avuto in Spagna hanno studiato in Italia per alcuni anni e hanno riconosciuto il fatto che le nostre conoscenze fossero più radicate.

Ad esempio, lo studio del greco e del latino è affrontato in maniera molto differente. 

In spagna, la grammatica greca e latina si studia attraverso il metodo Ørberg, che prevede l’analisi di testi in lingua che trattano azioni quotidiane e semplici, per permettere allo studente di comprendere il significato di un brano anche senza l’utilizzo del dizionario. 

Nonostante questo elemento di “modernità”, ho compreso quanto lo studio di queste due materie in italia, come anche della filosofia, sia decisamente più analitico e profondo. Le nostre conoscenze sono avanzate rispetto al programma che si affronta nel I Bachillerato spagnolo, che equivale al nostro quarto anno di liceo.

Per quanto riguarda l’ambito relazionale, credo che in realtà i ragazzi spagnoli siano molto più aperti di noi, non solo mentalmente, ma anche nei confronti delle persone stesse. 

Infatti, passati i primi due giorni, abbiamo subito fatto amicizia con i compagni e abbiamo passato del tempo insieme a loro, anche al di fuori delle mura scolastiche.

Devo ammettere che tutto ciò mi ha insegnato diverse cose. Innanzitutto che la timidezza in tali contesti deve essere eliminata e che è importante non chiudersi in se stessi, bensì accogliere l’altro con gentilezza e vedere le differenze tra di noi come un modo per ampliare i nostri orizzonti.

Mi piace molto come si comportano, il fatto che siano molto sorridenti, sempre desiderosi di fare qualcosa e che vivano le loro vite con leggerezza, cosa impossibile da trovare  in Italia dove la maggior parte delle volte siamo alle prese con ritmi di vita molto più serrati. 

Da tale esperienza mi porto dietro questo, l’aver appreso che è fondamentale essere sempre aperti mentalmente, accogliere con amore le persone e vedere la diversità come il punto di partenza per possedere numerose chiavi di lettura per interpretare il mondo che ci circonda senza pregiudizi.

 

Matilde: il confronto avvenuto in ambito scolastico mi ha permesso di capire quanto siano radicate le differenze tra la scuola spagnola e quella italiana. In Spagna si tende a studiare in maniera “meno approfondita” e non si consegue -  nei vari ambiti disciplinari - una preparazione pari alla nostra. 

Ciò che mi ha sconvolto di più è stata una conoscenza dell’inglese un pò carente, non solo tra gli studenti più giovani, ma anche tra quelli della mia età. Questo sicuramente ha costituito inizialmente un ostacolo comunicativo importante, ma che proprio grazie al desiderio di incontro e alle capacità relazionali degli studenti spagnoli è stato velocemente superato. In un mondo dominato dai pregiudizi e dalla frenesia non è sempre facile dedicarsi e interessarsi all’altro, eppure, in questo caso, mi è stato dimostrato il contrario. All’inizio è stato difficile superare quelle barriere che ognuno erge di fronte a sé, consistenti per noi nella paura del confronto e del mettersi in gioco, per gli studenti spagnoli la disponibilità ad accettarci; ma superato questo primo ostacolo tutto è risultato più semplice.

Nonostante il poco tempo a disposizione si è venuto ad instaurare un vero e proprio rapporto di amicizia che ci ha portato a trascorrere dei pomeriggi insieme anche al di là dell’orario scolastico. 

Gli stessi meccanismi ho avuto modo di riscontrarli anche nella relazione con gli insegnanti. Ci hanno permesso infatti di integrarci pienamente all’interno della classe, coinvolgendoci il più possibile, rendendoci parte attiva della lezione e delle attività a tal punto che ho avuto la possibilità di partecipare alla settimana della letteratura, leggendo un estratto del Don Chisciotte Della Mancha in italiano.

In quel momento io, come anche gli altri, ci siamo sentiti parte di quella comunità scolastica, di quella classe di Granada.

Il più grande apprendimento che ho riportato con me da questa esperienza è il fatto che, indipendentemente dalla nazionalità, dalla lingua, dalle differenze che possono intercorrere tra un popolo ed un altro,  l’uomo - e in particolare noi ragazzi - siamo mossi dalla stessa curiosità, dagli stessi interessi e passioni che ci permettono, se ci si apre al dialogo con l’altro, di sentirsi a casa anche in un paese straniero. Inoltre il viaggiare, l’entrare in contatto con nuove culture e scoprire nuove abitudini sono la migliore forma di educazione e di crescita personale che si possa desiderare, perché il confronto con l’altro può sempre offrire qualcosa di nuovo.   

 

In qualità di studentesse di liceo classico, quali pensate che possano essere i punti di forza e  - perchè no - i punti deboli che il percorso educativo della nostra scuola vi offre in relazione a quello di altre realtà europee?

 

Alessandra: Come in parte  ho già detto, penso che il nostro percorso scolastico ci fornisca delle basi conoscitive ben più radicate. La realtà scolastica italiana, spesso criticata, secondo me è semplicemente affrontata più seriamente rispetto ad altre realtà estere.

Basandomi sulla mia esperienza, posso affermare con certezza che il liceo classico offre a noi studenti innumerevoli strumenti per stare al mondo. La nostra scuola ci insegna ad essere organizzati, responsabili e sempre pronti di fronte a delle difficoltà.

Infatti, arrivata al quarto anno, mi sento di dire che abbiamo in noi le capacità per vivere esperienze di ogni tipo e questo soggiorno in Spagna ne è stata la conferma. 

Sia io che la mia compagna abbiamo vissuto con consapevolezza questa esperienza e non ci siamo tirate indietro appena si è presentato anche un semplice ostacolo linguistico.

L’indirizzo umanistico a cui noi siamo iscritte porta avanti ideali sociali molto importanti. 

In materie come greco e latino, fin dal primo anno abbiamo incontrato temi come la filantropia, l’ospitalità, l’onestà e la dignità personale che ci hanno permesso di vedere la vita in un’ottica differente.

Tutti gli argomenti che trattiamo in classe hanno un riscontro nella realtà, per cui abbiamo la possibilità di studiare concetti atemporali,  universali  e senza confini geografici, nei quali molto spesso noi stessi “ci riflettiamo”. A testimonianza di ciò, il lavoro svolto con la classe spagnola per la creazione di una società ideale, con diritti e doveri da rispettare, mi ha fatto capire come la morale in realtà sia la stessa per tutti gli uomini, sebbene poi talvolta non venga rispettata, e che, dunque, tutto ciò che noi studiamo a scuola è un modo per comunicare anche con chi è culturalmente diverso da noi, perchè fondamentalmente appartiene ad ogni persona.

Penso che nei licei classici europei, o almeno in quello spagnolo in cui siamo stati noi, non vi sia un’effettiva attualizzazione degli argomenti trattati, per cui ciò che studiano, molto spesso in modo meccanico, è unicamente una conoscenza, inapplicabile al mondo in cui si vive.

Pertanto, secondo me, questi sono i nostri punti di forza, che fanno sì che, anche in una futura prospettiva universitaria o lavorativa, la strada sia molto meno difficoltosa rispetto a quella di ragazzi provenienti da altri paesi, grazie soprattutto alla fatica e all’impegno che stiamo mettendo ora nella nostra formazione.

 

Matilde: Rispetto alla scuola spagnola ho riscontrato molte differenze, non solo per quanto riguarda l’organizzazione, ma soprattutto relativamente ai programmi di studio e all’approfondimento con i quali venivano svolti. Le materie che hanno suscitato in me maggiore interesse  sono state filosofia, greco e latino. In particolare ho apprezzato moltissimo l’attività proposta durante l’ora di filosofia che è consistita - come ha esposto la mia compagna - nella creazione di una società ideale, che garantisse tutti i principali diritti ai cittadini. In questo lavoro mi sono sentita pienamente valorizzata, ho avuto la possibilità di portare avanti delle riflessioni concrete e coerenti, proprio grazie ai miei studi, che mi hanno fornito una base più che solida per farlo.

Per quanto riguarda le lezioni di greco e latino durante la traduzione delle versioni in spagnolo mi sono dovuta necessariamente confrontare con i miei compagni per poter tradurre al meglio e ho notato che c’è una conoscenza della “lingua madre” e della sua grammatica di gran lunga inferiore rispetto alla nostra. Anche per quanto riguarda il metodo di studio penso che quello spagnolo sia meno “strutturato” rispetto al nostro; le lingue classiche vengono studiate solo per tre anni e alcuni argomenti non verranno affrontati se non all’università. In generale ritengo che la nostra preparazione scolastica sia molto alta e sicuramente superiore rispetto a quella spagnola, non solo dal punto di vista didattico, ma anche per gli strumenti culturali che ci offre per analizzare e comprendere meglio quanto ci circonda.